INCONTRI CON GLI AUTORI: 4 APRILE BENEDETTA FALLUCCHI
Davvero singolare è la storia raccontata in L’oro è giallo da Benedetta Fallucchi, scrittrice al suo romanzo d’esordio. La protagonista ha un rapporto tormentato con la (propria) vescica e, più in particolare, con il fare la pipì. E questo disagio la spinge a investigarne le origini.
La porta anche a osservare le ragioni culturali di un imbarazzo verso la minzione che, ad esempio, non si riscontra in altre culture (Fallucchi è corrispondente dall’Italia per un quotidiano giapponese).
Romanzo solo apparentemente leggero, L’oro è giallo si presenta come un dispositivo in grado di aprire un discorso e condurlo su piani diversi, mescolando intelligentemente il serio e il faceto.
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INCONTRI CON GLI AUTORI: 28 MARZO LUCA SCARLINI
Dopo aver ricostruito l’immaginario occidentale sulle streghe attraverso un’eccezionale collezione di stampe che permettono di arrivare all’origine di questo mito secolare (Stregherie. Fatti, scandali e verità sulle sovversive della storia, 2022), Luca Scarlini – scrittore, drammaturgo, curatore e storyteller – ha pensato di saggiare quel tema sul terreno infido della propria personale biografia.
Le streghe non esistono (Bompiani 2023) è infatti il memoir di un’infanzia trascorsa all’insegna di un quotidiano scontro tra l’omofoba ortodossia comunista di cui il padre, il Retore, era l’indiscutibile depositario e una vocazione all’eccentricità anti-patriarcale di cui invece la madre, donna di casa capace di far valere la propria autonomia, si faceva portavoce
Con una lingua barocca che ammicca a Gadda, Scarlini ci consegna un’autobiografia che è racconto picaresco e di formazione, ma soprattutto esercizio di autocoscienza.
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INCONTRI CON GLI AUTORI: 21 MARZO FRANCO STELZER
Franco Stelzer torna al Premio Bergamo con un libro esile e delicato, Stiratore di luce.
Stelzer mette in scena il personaggio di Bodo, la sua vita fatta di poche cose, di pochi luoghi, di una quotidianità umile e ripetitiva, in cui risuonano gli echi della fiaba.
E la lingua, fatta di una sintassi piana e di un lessico semplice, mimetica rispetto alla psicologia elementare di Bodo, accompagna il protagonista lungo un’inattesa fuga dell’ordinario,
Figura dell’ingenuo e del puro, Bodo è protagonista di una parabola dai valori universali, in cui il desiderio (di conoscenza, di affetto) si manifesta nella sua forza entusiasmante e catastrofica.
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