“Il Calepino” Istituito nel 2001 dall’Associazione Premio Nazionale di Narrativa Bergamo, Il Calepino si propone di conferire un riconoscimento speciale ad un protagonista della cultura italiana ed europea. Tutto ciò nello spirito del famoso dizionario di latino compilato alla fine del ‘400 da Ambrogio da Calepio e conosciuto come “Calepino”: un’opera che, nata tra le mura del convento bergamasco di Sant’Agostino, stampata in prima edizione a Reggio Emilia nel 1502, ha saputo essere per almeno tre secoli strumento fondamentale del sapere e lo scambio tra culture diverse.

Il Calepino che va ad aggiungersi al Premio Nazionale di Narrativa Bergamo giunto alla sua XIX edizione, vuole riappropriarsi dell’eredità culturale lasciata alla città dal famoso dizionario per allargare i suoi ambiti culturali oltre le mura della municipalità.

Il Premio

Con il premio che oggi porta il suo nome – costituito da una pergamena e da un riconoscimento di €. 1.500,00 – si vuole così ricordare, attualizzandone lo spirito, un’opera capace di diventare uno strumento insostituibile per la diffusione e la trasmissione del sapere, consentendo e assicurando per il futuro la comunicazione e lo scambio tra culture diverse e talvolta lontane.

Ambrogio da Calepio e il significato del suo “Calepino”

Figlio naturale del conte Trussardo da Calepio, Jacopo (questo il suo vero nome) nacque a Bergamo intorno al 1440 ed entrò diciottenne come novizio nel Convento agostiniano dell’Osservanza di Santa Maria Incoronata a Milano, adottando presto il nome di Ambrogio. Ricevette una formazione molto completa per quei tempi, prima a Milano, dove imparò il latino e il greco, poi a Mantova dove con ogni probabilità imparò l’ebraico, infine a Cremona e a Brescia. Impossibilitato a seguire gli studi filosofici a Padova, Ambrogio da Calepio ritornò a Bergamo nel ricostruito convento di Sant’Agostino, diventato in quegli anni un importante centro di cultura, dove iniziò a coltivare gli studi umanistici e a raccogliere una ricca biblioteca: dedicandosi per vent’anni, dal 1467 al 1487, a redigere il dizionario latino che porta il suo nome.
Il grande merito di Ambrogio da Calepio fu nell’avere intuito che il latino, fino ad allora lingua di comunicazione di tutto il mondo occidentale, stava entrando in crisi e che bisognava dunque provvedere urgentemente a compilare un dizionario che “fissasse”, a vantaggio soprattutto dei posteri, i significati dei vocaboli ritenuti indispensabili alla comunicazione scientifica e allo scambio culturale. La prima edizione a stampa del Dictionarium – o “Calepino”, come venne subito ribattezzato – apparve a Reggio Emilia nel 1502 e il suo immediato successo stimolò stampatori di tutta Europa a pubblicarne nuove edizioni, al ritmo impressionante di una ogni quindici mesi, fino al 1779.
Non solo quindi la fortuna dell’opera di Ambrogio da Calepio durò circa tre secoli ma il suo impianto, così essenziale e “moderno”, servì da modello a tutti i linguisti che seguirono, intenti a compilare i vocabolari nelle diverse lingue, facendo a buon diritto del “Calepino” il padre di tutti i dizionari moderni.